Bologna , settembre 2020
Motivazione
La famiglia di Giulia richiede la mia osservazione perché Giulia, figlia unica di 17 mesi, non mangia durante i pasti in famiglia, se non intrattenuta in diversi modi.
Osservazione
Arrivata presso il domicilio della famiglia, verso le 18:30, vengo accolta dalla mamma con in braccio la piccola Giulia, mi aprono la porta e mi sorridono; poco dopo ci raggiunge il padre che era nelle stanza attigua alla sala, nella quale sono entrata.
Seppure la mia osservazione si dovrebbe svolgere senza uno scambio comunicativo tra me e i soggetti osservati, la mamma, ma anche il papà, mi raccontano alcune dinamiche che si sono instaurate dopo avermi contattato e io decido di lasciarli fare in quanto queste informazioni saranno propedeutiche alla mia valutazione e, tenendo in considerazione il periodo storico appena trascorso, mi rendo perfettamente conto del bisogno dei genitori di confrontarsi con una figura competete che in questi mesi è mancata, come percepisco dai racconti citati. Quindi ascolto le loro parole mentre mamma e papà si dilettano ad intrattenere la figlia, con diversi giochi, seduti sul pavimento.
Mi raccontano del difficile periodo del lockdown, della difficoltà della mamma di gestire i pianti continui di Giulia fin da quando era molto piccola (complice una sofferenza dovuta al reflusso) e del suo sentirsi, talvolta, inadatta al ruolo (percezione comune a molte famiglie che può essere superata grazie al sostegno, nella gestione delle fasi della crescita dei bambini, di figure con esperienza e competenti in materia).
La famiglia ha trascorso le vacanze estive a casa dei nonni, al mare: consumavano i pasti tutti insieme, ma per far mangiare Giulia si sono avvalsi dell’uso del cellulare che la bambina gestiva in maniera autonoma scorrendo tra diversi video di canzoni su youtube. Tornati dalle vacanze Giulia ha smesso di mangiare nonostante la distrazione del cellulare o quella della televisione davanti alla quale si incanta rifiutando di essere imboccata e palesandolo voltando il capo prima a destra, poi a sinistra pur di evitare la posata con il cibo che le viene portato alla bocca; inoltre non tocca il cibo con le mani né per “giocarci” né per portarlo alla bocca. Esasperato da questo atteggiamento oppositivo, il papà, ad una settimana dall’inizio dell’asilo nido, ha deciso di togliere l’opzione del cellulare per intrattenere Giulia durante i pasti. Da quando Giulia è rientrata nella vita scolastica dell’asilo nido, la situazione è parzialmente migliorata: Giulia, a scuola, si approccia in maniera positiva, mangiando qualcosina e afferrando il cibo per portarlo alla bocca e alimentarsi in maniera autonoma. Anche con alcuni alimenti, tipo pane o crackers, Giulia è autonoma, anche quando gli vengono offerti in ambito familiare. Ora anche il momento dei pasti con i genitori mi dicono essere cambiati: utilizzano solo giochini vari e talvolta la televisione accesa, alternandosi nell’imboccare e intrattenere Giulia.
E’ trascorsa un’ora da quando sono arrivata…sono le 19:30, la mamma e il papà decidono che è giunta l’ora di preparare Giulia alla cena quindi la mamma porta Giulia a fare un bagnetto, che in realtà è una doccia in quanto Giulia non ha piacere di stare seduta nell’acqua (probabilmente è stata infastidita da un episodio nel quale le è andato il sapone negli occhi). Mentre si fa lavare tranquilla e serena, Giulia gioca con i suoi giochini dentro la vasca. Finito il bagnetto è ora di asciugarsi e la bambina si innervosisce quindi le viene offerta la spazzola per distrarla e come gesto consolatorio Giulia mette le mani all’interno della maglia della mamma , gesto che le avevo già visto fare anche con il papà mentre giocava, ma che mi spiegano fa spesso anche con le sue maglie.
Sono le 19.45 e Giulia è pronta, la mamma la porge tra le braccia del padre e comincia a preparare la cena. Una volta messa a terra, Giulia si attacca alle gambe della mamma richiedendo di essere presa in braccio e la mamma la prende prodigandosi a finire le preparazioni alimentari con la bambina in braccio. Quando la mamma la rimette a terra, Giulia gironzola per la sala da pranzo tranquilla e serena. Il piatto preparato solo per lei che cenerà prima dei genitori , è un piatto unico contenente carboidrati: pastina piccola, in un cremoso di verdure, per assicurarsi che Giulia mangi tutto.
Il pasto è pronto, quindi i genitori siedono la bambina nel seggiolone e si mettono in posizione: seduti l’uno alla destra, l’altro alla sinistra del seggiolone e si “armano” di diversi ausili tra giochi, sonori o meno, e libricini che ripongono ai piedi della sedia nella quale sono seduti . I genitori si danno reciprocamente “lo starter alla maratona” e mentre il papà si appropinqua ad imboccare il primo cucchiaio di cibo a Giulia, la mamma la intrattiene con il primo gioco: Giulia apre la bocca e mangia fino a quando non si stanca del gioco proposto, dopo ci che chiude la bocca e ruota la testa per evitare di essere imboccata, quindi avviene il cambio gioco che distrae nuovamente Giulia, distrazione che la fa ricominciare a mangiare. Ogni tanto la mamma, tra una boccata e l’altra, cerca di pulire la pappa sbavata intorno alla bocca con un tovagliolo. Il papà mi mette al corrente che non è in sintonia con questa pratica igenista un po’ invasiva e io paleso il mio accordo in merito, quindi la mamma lascia che Giulia si sporchi un po’ mentre mangia. Quando la bambina si stanca anche della seconda proposta a lei offerta, la dinamica “rifiuto cibo/cambio intrattenimento” si ripete ancora, e ancora, e ancora fino a quando il papà non si stanca del ruolo dell’”imboccatore”, e così mamma e papà si danno il cambio, mamma imbocca e papà distrae quindi…continua la maratona! Quando tutti gli ausili utilizzati perdono il loro attrazione, la mamma e il papà in accordo, decidono di accendere la televisione che riesce ad intrattenere ancora per un po’ Giulia mentre acconsente ad essere imboccata e a continuare a mangiare ma… anche questa magia finisce e quindi si spegne la tv e si riprendono libri, giochini e strumenti, quando non “funzionano più” si accende un’altra volta la tv e quando anche questa non fa più il suo effetto, prendendo in considerazione l’ ipotesi che il pasto si sia raffreddato e che questa sia una delle motivazione per cui Giulia lo rifiuta, decidono di darle il secondo che consiste in delle fettine di prosciutto cotto fatte a pezzettini che le vengono appoggiate d’innanzi, sulla base del seggiolone. Giulia non apprezza per niente , tant’è che butta tutto per terra! La mamma decide di farle vedere che il prosciutto va messo in bocca per mangiarlo e Giulia decide di imboccare la mamma ma lei non lo mangia. I genitori si arrendono e le danno la frutta, sempre frullata, che Giulia apprezza, quindi si lascia imboccare e mangia volentieri ma sempre intrattenuta. Finito il suo pasto Giulia viene ripulita e tolta dal seggiolone, messa a terra comincia a giocare. La maratona è terminata! Ora i genitori decidono che è ora che anche loro cenino, sono le 20.30, quindi cominciano a preparare il loro pasto che consiste in delle fettine di carne impanate. Appena sono pronte, Giulia viene rimessa nel seggiolone vicino ai genitori seduti al tavolo pronti per cenare, accendono la tv sintonizzando il canale su di un programma non adatto all’età della bambina, e le forniscono un gioco per intrattenersi, che però non distoglie del tutto la sua attenzione dal programma in visione. Quando Giulia dimostra interesse per il cibo che stanno consumando, inizialmente i genitori sono titubanti e cercano il mio parere, che è positivo, e le porgono un pezzetto di carne, Giulia apprezza, quindi gliene vengono concessi altri pezzi che Giulia prende con le sue manine e porta alla bocca.
La cena si conclude, quindi io saluto la famiglia e li lascio; l’osservazione si conclude.
Consigli utili
L’intuizione dei genitori che hanno richiesto la mia osservazione per chiudere il circolo vizioso tale per cui Giulia mangia solo se intrattenuta, dapprima con il cellulare poi con la televisione e ora con l’offerta di diversi giochini, multimediali o meno ,è la giusta strada da perseguire per correggere questa abitudine sbagliata. Infatti un bambino intrattenuto durante i momenti dei pasti non si sta nutrendo, ma sta solo ingurgitando distrattamente cibo. La distrazione fa sì che il bambino non si approcci con tutti i sensi al cibo proposto, non apprezzi i sapori e non si concentri sulla percezione della fame piuttosto che del senso di sazietà: ciò potrebbe, potenzialmente, portare ad un rapporto disfunzionale con il cibo. Fondamentale in questa fase di passaggio è la collaborazione dell’intero nucleo famigliare: mangiare deve diventare un momento di condivisione nel quale il bambino impara a nutrirsi anche grazie all’imitazione della figura di riferimento che in questo caso è il genitore e al rinforzo positivo che quest’ultimo può palesare nei confronti del cibo messo in tavola ,”mmmhhh, buono questo!”. Quindi sarà necessario variare alcune abitudini per poter raggiungere l’obbiettivo che la famiglia si è prefissata nell’interesse del bene comune.
- Considerando che Giulia frequenta l’asilo nido nel quale pranza intorno a mezzogiorno e nel quale le viene offerta una merenda intorno alle 16:00, piuttosto che offrirle degli snack fuori pasto, sarà necessario anticipare l’orario della cena alle 19:0019:30 circa.
- La cena deve essere condivisa tra genitori e figli, arricchita di convivialità, nella quale deve essere coinvolta anche Giulia, e di condivisione, che deve comprendere anche la scelta del cibo. Considerando l’età e la dentizione ormai del tutto completa, Giulia può e deve imparare a masticare, particolare che garantirà anche la sperimentazione e l’apprezzamento del cibo a lei proposto. Leggi anche NUOVI SAPORI PER I BAMBINI: LE SPEZIE E LE ERBE AROMATICHE
- Quest’ultima dinamica si sostituirà all’utilizzo di ausili di qualunque genere, per distrarre Giulia dalla attività che deve svolgere, cioè mangiare, quindi banditi i giochi e qualunque altro strumento multimediale dalla tavola!
- Anche il momento dedicato al bagnetto deve subire una variazione: è meglio fare il bagnetto a Giulia dopo la cena in quanto è un’attività rilassante e distensiva che può diventare propedeutica all’addormentamento.
- E’ importate non tralasciare l’aspetto psicologico: non sempre l’aspettativa in merito alla quantità di cibo che i bambini devono consumare, corrisponde al reale bisogno fisiologico del bambino stesso: è quindi molto importante rilassarsi in merito a questo argomento lasciando che il bambino impari ad autoregolarsi rispetto ai propri bisogni, durante i pasti. Un escamotage per rafforzare l’autostima del bambino investita nell’alimentazione, è quello di fare piccole porzione e rabboccare, piuttosto, più volte le porzioni, gratificandolo con dei complimenti e ovazioni quando riesce a terminare il cibo nel piatto, così come quando inizia in maniera autonoma ad approcciarcisi. E’ altrettanto importante non sforzare i bambini a mangiare: con le loro tempistiche arriveranno a variare le loro abitudini e a intraprendere un approccio sempre più positivo nei confronti dell’alimentazione.
Questi consigli non hanno purtroppo la valenza di una pozione magica che fin dal primo giorno in cui saranno messi in atto garantirà la perfetta riuscita! Saranno necessarie diverse prove, tanta pazienza e sopratutto tanta costanza da parte dell’adulto di riferimento che dovrà infondere fiducia al bambino non desistendo davanti alle difficoltà e non facendosi destabilizzare dai primi atteggiamenti oppositivi che, in questo caso, Giulia metterà in atto per misurare i confini entro i quali può destreggiarsi. E’ quindi necessario che il genitore mantenga un atteggiamento positivo, sereno, rilassato e imperturbabile in quanto, ora che è stata presa una rotta, va perseguita e con il tempo, anche Giulia seguirà le orme che mamma e papà avranno lasciato per mostrarle il cammino.
Nella speranza che questi consigli possano essere utili alla famiglia per affrontare questo nuovo percorso, rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti, consigli e spiegazione; con dedizione , dada Melissa.