D: Buonasera! Mi chiamo Daniela e sono al secondo bambino! ma stavolta ho scelto un pediatra diverso perché con il primo figlio ho avuto delle divergenze con il medico e una sempre crescente mancanza di fiducia in lui…il terreno di questa rottura col dottore è stato l’allattamento. Posso sapere cosa pensi a riguardo?!
R: Il terreno è delicato e così lo è anche la tua domanda! Io posso dirti qual’è il mio pensiero a riguardo…
ALLATTAMENTO AL SENO
Trovo che spesso il nostro background culturale ci porta a considerare l’allattamento al seno il non plus ultra della maternità; io discosto da questo dictat. Penso che l’allattamento al seno sia un processo importante e che non vada né interrotto presto, né protratto troppo, perché il rischio è quello di causare problemi psicologici al bambino,in entrambi i casi.
Detto questo, l’allattamento al seno è certamente importante per il suo aspetto nutrizionale, soprattutto nei primi mesi di vita: il latte materno infatti, è un mix di nutrienti e anticorpi preziosi per il neonato, è comprovato che prevenga alcune malattie proprio perché rafforza il fisico del bambino, facilita la digestione del piccolo e attraverso l’atto della suzione posiziona correttamente mandibola e mascella. Anche la carica affettiva che coinvolge il bambino e la madre negli abbracci, occhi negli occhi, respiri all’unisono…è un beneficio fondamentale che apporta l’allattamento al seno, tanto al bambino quanto alla madre. Il legame che si crea, durante questo amorevole atto, inoltre, apporta ulteriori benefici anche alla madre che grazie al rilascio, implicito, dell’ormone del benessere, allontana da sè il rischio di una depressione post partum e non solo: l’allattamento garantisce, alla mamma, la perdita di peso acquisito in gravidanza, proprio grazie alle calorie che vengono bruciate, durante l’atto stesso, e inoltre previene alcune patologie, anche gravi, che potrebbero presentarsi al seno e alle ovaie.
A volte, però, complice la stanchezza che deriva dall’intenso dispendio di energie che prevede l’allattamento, non solo nell’atto in sè ma anche nel doverlo ripetere, giustamente, più volte nell’arco della giornata e a volte ad orari disparati, può capitare, per varie ragioni, appunto pratiche ma anche personali, che il latte venga offerto senza la giusta affettività o senza il giusto coinvolgimento, in maniera inconsapevole. Questo atteggiamento, ripeto, il più delle volte inconsapevole, può lasciare tratti di malessere, malumore e pessimismo, nel bambino. Questa esperienza, ripetuta nel tempo, crea nella psiche del bambino la forma della relazione che da adulto avrà col mondo e con gli altri.
Inoltre, e ci tengo a sottolineare che questo è il mio personalissimo parere, nato dall’esperienza vissuta sul campo, in quanto educatrice da anni, sono dell’idea che quando l’allattamento si protrae molto, fino ai 2 anni e oltre, per intenderci quando i bambini camminano, parlano e mangiano già solido, il rischio è quello di una regressione perché contrasta con l’acquisizione, raggiunta con impegno e fatica, dal bimbo, delle sue autonomie. Sono certa che in alcuni casi si tratti di un bisogno più materno che non puerile, di donare una coccola speciale al proprio bambino, che però può essere elargita in tantissimi altri modi, eventualmente più adeguati alla fascia di sviluppo del bambino. Un aspetto importante da considerare per la crescita dei bambini è che nella vita, soddisfare il bisogno prima che si manifesti, ostacola la nascita del desiderio da cui derivano l’attesa e la frustrazione che sono l’unica base possibile alla creatività e all’ingegno, di cui la crescita stessa si nutre.
ALLATTARE CON IL BIBERON
A volte però ed inoltre, allattare al seno, per varie ragioni che possono dipendere dalla volontà o meno della mamma, non è possibile o semplicemente non è prolungabile nel tempo. Quando si verificano questi casi, penso fermamente che una madre non si debba sentire minimamente in colpa, nemmeno se è stata una scelta dettata da questioni pratiche, perché anche l’allattamento del proprio figlio, con il biberon, può avere i suoi innumerevoli lati positivi. Infatti penso che la stessa carica affettiva, che investe il gesto dell’allattamento al seno, possa essere riprodotta nell’atto di nutrire il vostro piccolo con il biberon: stretti in quegli stessi abbracci, ghiotti di quegli sguardi e incantati da quei profondi respiri. In merito all’argomento, potrebbe interessarti leggere BIBERON: CONSIGLI PER L’USO
Per quanto riguarda il latte, nel caso si trattasse comunque del latte materno, i benefici che apporterà al bambino saranno esattamente gli stessi elencati sopra; dovesse invece trattarsi di latte artificiale, sono certa che con l’aiuto del proprio pediatra, la scelta, tra le innumerevoli marche in commercio, ricadrà su un valido prodotto che assicuri una crescita soddisfacente del bambino. Inoltre l’aspetto positivo, che io trovo, nell’utilizzo del biberon, è la possibilità che viene donata anche ai padri, sdoganando l’esclusiva materna che è implicita nell’allattamento al seno, di godere di quella carica affettiva che sprigiona l’incantevole gesto di nutrire il proprio bambino, permettendo così ad entrambi i fruitori di questa meravigliosa esperienza, di coltivare una relazione positiva e uno stretto legame, fin da subito, anche tra loro.
Non da meno è da considerarsi il naturale passaggio tra l’alimentazione esclusiva con il latte e lo svezzamento, reso più “fluido”, dall’uso, pregresso, del biberon che piano piano, seguendo le giuste tappe, finirà per essere utilizzato solo in alcuni momenti della giornata come la mattina, per garantire il consumo di latte con l’aggiunta di qualche biscotto e magari del miele, per la colazione, ed eventualmente la sera nella fase di addormentamento.
Insomma l’allattamento è, senza ombra di dubbio, un passaggio importante, con il suo carico emotivo e nutrizionale, che venga svolto attaccando il bambino al seno o usufruendo dell’ausilio del biberon. Ma è bene ricordare che, sebbene sia frustrante, nel momento in cui viene sospeso, rimane anch’essa una fase fondamentale e propedeutica allo sviluppo psico-fisico, del bambino.
Quindi cara Daniela, seppure non sono a conoscenza di quale sia il tuo personale parere sull’allattamento e quali siano le ragioni che ti hanno fatto scegliere un altro pediatra, rispetto a quello precedente, questo è il mio parere in merito; spero di esserti stata, in qualche modo, di aiuto e sostegno.