Cari genitori…siate sinceri: così come recitano molti titoli di articoli, più o meno seri, pubblicati anche sui social, molti di voi stanno cominciando ad usare impropriamente il nome del povero, vecchio, Babbo Natale, per cercare di convincere i propri figli a comportarsi nelle giuste maniere…vero?
Sicuramente anche noi adulti ce lo siamo sentiti dire tante volte dai nostri genitori e tutto sommato troppo male non farà perché siamo tutti qui, vivi e vegeti ed esenti da traumi specifici in merito all’argomento ma, mi chiedo e vi chiedo…perché non utilizzare questi giorni di attesa, dell’arrivo del tanto enfatizzato Babbo Natale, chiunque esso sia, anche con un nome diverso, tanto bramato dai bambini e tanto nominato dagli adulti, per costruire un percorso positivo?!
So che mentre leggete queste parole, nella vostra testa passa una frase a caratteri cubitali e con tanto di illuminazione pirotecnica: ” ma cosa avrà voluto dire?!”
SFRUTTARE POSITIVAMENTE L’ATTESA
Nulla di troppo complicato, incomprensibile o mirabolante, anzi al contrario, una cosa molto semplice: arricchite questo periodo di attesa, il cui nome nella religione cristiana è “periodo dell’Avvento”, di significati e insegnamenti, grazie anche al vostro esempio in prima persona! Certo non tutti saranno abituati a dare valore a questo particolare periodo dell’anno, che precede il giorno di Natale, a maggior ragione se gli si vuole dare una connotazione religiosa, ma non è di certo questo il mio intento .
Vorrei che poteste immaginare questi giorni di attesa, anche di una semplice data, segnata in rosso sul calendario, come una sorta di banco di prova per grandi e piccini, attraverso il quale dimostrare competenze, mettere in pratica piccoli sacrifici o semplicemente compiere gesti “gentili”.
Siamo soliti vedere nei supermercati calendari dell’Avvento rivolti ai bambini, solitamente con tante finestrelle da aprire, una per ogni giorno che li separa dal fatidico 25 Dicembre, nelle quali sono racchiusi dolciumi di ogni genere da gustare giorno per giorno… a tal proposito mi chiedo se non bastino quelli che si mangiano, a pranzo e a cena, in quasi tutte le case, nei giorni che intercorrono tra il 24 Dicembre e il 6 Gennaio….
E se al posto dei dolcetti ci fossero delle frasi che suggeriscono gesti, azione, comportamenti, rivolte magari un giorno ai grandi di casa e un giorno ai piccini, e che esaltino i valori, della famiglia, della vita, dell’educazione, del vivere sociale? Non sarebbe un occasione costruttiva per insegnare cose nuove, o ripassare cose vecchie, ai componenti di una famiglia, svincolandosi così dal momento dell’anno, dalla religione e da qualsiasi contesto, e andandosi ad intrecciare ad un intervento educativo, posto in maniera alternativa?
Non so quali saranno le risposte di ognuno di voi a queste mie domande, ma so quale è la mia personale risposta, quella che ho in mente: sì! I modi e le strade che si possono trovare per educare i bambini e per rispolverare qualche nozione sull’educazione al vivere sociale assopita dentro noi adulti, sono infinite!
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