Motivazione

La conduttrice di un gruppo composto da madri con i loro figli di età compresa tra l’anno e mezzo e i tre anni, mi invita ad osservare le dinamiche presenti nel gruppo, a volte controproducenti.

Osservazione

All’arrivo delle mamme io e la conduttrice del gruppo accogliamo le mamme e i loro bambini con entusiasmo; vengo presentata e viene spiegato alle mamme il motivo della mia presenza in loco. I bambini sono molto incuriositi dalla mia presenza e io mi presento a loro. Mentre il corso si accinge ad iniziare, mi siedo in un angolino in silenzio, e rimango ad osservare le dinamiche che si svolgono nel gruppo durante l’attività.

La conduttrice, una volta arrivati tutti, chiede alle coppie di prepararsi indossando una maglietta identificativa, funzionale all’attività stessa. Il procedimento si rivela lungo e difficoltoso: alcuni bambini spaziano nella sala preposta, senza essere invitati dalle mamme a concentrarsi sull’esperienza che stanno vivendo; seppure la conduttrice tenta un contenimento, nessuno le fa da spalla e la preparazione si dilunga.

Finalmente le coppie di mamme e bambini e la conduttrice sono in cerchio: inizialmente tutti partecipano all’attività proposta, ma dopo pochi minuti un bambino esce dal cerchio e, nonostante i tentativi della mamma di ricondurlo all’attività, il bambino insiste e la mamma cede.

Nel frattempo una bambina esterna un capriccio, a fronte di un diniego da parte della mamma, buttandosi per terra e piagnucolando, ma la mamma non cede al capriccio e continua a partecipare all’attività finchè la bambina in poco tempo si ricompone e partecipa, anch’essa, all’attività.

Un’altro bambino raggiunge il bambino che precedentemente aveva abbandonato il cerchio e, complici, si mettono a giocare; anche la bambina che prima aveva esternato il capriccio, esce dal gruppo. Gli adulti di riferimento tra cui anche la conduttrice del gruppo, costretta più volte a interrompere l’attività per cercare di contenere i bambini, tentano in qualche modo di convincere i bambini a partecipare, ma senza ottenere grossi risultati. Gli adulti, quindi, tornano nel cerchio e proseguono l’attività.

Fuori dal cerchio c’è anche un’altra bambina, seduta sul pavimento e impegnata a fare merenda: osserva, non partecipa attivamente, ma ogni tanto ripete una parola o un gesto della conduttrice: inevitabilmente il cibo la distrae dall’esperienza che sta vivendo.

Torna uno dei bambini precedentemente uscito dal cerchio, convinto dalle amorevoli attenzioni della mamma, ma subito dopo esterna un piccolo capriccio per essere preso in braccio e viene accontentato dalla mamma. Dopo poco, però, esce nuovamente dal cerchio e va a cercare dei giochi con cui distrarsi: la mamma tenta un contenimento, ma il bambino non demorde e la mamma desiste.

Anche l’altro bambino rimasto a giocare da solo rientra nel cerchio e, seppure per pochi minuti, partecipa attivamente insieme al resto del gruppo, poi torna ad isolarsi; rientra poi nel cerchio solo per la fase di ballo e di canto, che sembrerebbe attrarlo maggiormente. Il bambino però torna a distrarsi nella fase successiva di lettura del libro.

Durante la fase del canto e del ballo, due bambini si distraggono a disegnare con il materiale messo a disposizione dai loro adulti di riferimento; gli stessi bambini durante la fase della lettura del libro si allontano dal gruppo e ritornano portando con sè una sedia a testa: nuovamente la conduttrice del gruppo è costretta ad interrompere l’attività per poter ristabilire l’ordine, togliere loro le sedie per rimetterle al loro posto. I bambini reagiscono con un capriccio che gli adulti cercano, maldestramente, di contenere.

Sempre durante la fase di lettura del libro, la bambina che prima mangiava, viene allattata.

La fase finale vede tutti interessati a guardare un breve episodio animato. Anche il bambino che per tutta l’attività si è distratto, ora è interessato alla visione del cartone ma continua ad eludere le regole, rimanendo in piedi e non mettendosi seduto come tutti gli altri bambini, viene cioè lasciato libero di comportarsi come meglio crede.

Per concludere l’attività si ricompone il cerchio, in una sorta di saluto al quale quasi tutti partecipano, compresa la bambina che aveva fatto merenda, mentre i due bambini che prima disegnavano, continuano a vagare distratti nello spazio preposto.

Consigli utili

Lo svolgimento di questa attività, rivolta alla coppia genitore(in questo caso mamme)-figlio, è risultata molto faticosa nel suo svolgimento perché molti dei partecipanti presenti, adulti e bambini, davano l’impressione di essere disinteressati e distratti. All’esperienza laboratoriale non è stato dato il giusto valore e quindi l’esperienza ha perso di interesse.

Nonostante la partecipazione attiva degli adulti all’attività proposta, elemento che di per sé dovrebbe essere trascinante in quanto esempio per i bambini, la scarsa capacità di coinvolgere i piccoli da parte degli adulti di riferimento induce, questi ultimi, a disinteressarsi a ciò che gli sta accadendo e a crearsi delle alternative nello spazio che li accoglie.

Sarebbe fondamentale che gli adulti presenti, oltre ad impegnarsi nello svolgimento dell’attività proposta dalla conduttrice, credessero fermamente nel valore dell’esperienza che stanno vivendo e che stanno proponendo ai loro bambini; non si tratta solo di contenere il bambino nel momento in cui si distrae, ma anche di coinvolgerlo con azioni pratiche che lo sostengano e lo invitino a partecipare attivamente, seguendo l’andamento delle attività proposte nelle varie fasi di realizzazione del laboratorio stesso.

Per rendere più comprensibile la mia analisi delle dinamiche che si sono, via via strutturate, scenderò nello specifico e suggerirò qualche strategia educativa da adottare durante l’attività.

  • E’ necessario che la conduttrice, fin dall’accoglienza, enumerasse alcune regole di base, non solo rivolte ai bambini ma anche agli adulti presenti:
  1. Quando si entra nello spazio preposto all’attività laboratoriale, tutti si devono preparare con entusiasmo e puntualità indossando la maglietta, senza perdersi in altre attività collaterali, estranee alla motivazione per la quale si trovano lì. Questo atteggiamento propositivo, entusiasta, sicuro e convinto, da parte delle figure adulte, indurrà il bambini a percepire l’importanza del momento che viene loro offerto, e che non deve essere scambiato per un momento di svago libero.
  2. Durante l’attività di gruppo, tutti devono partecipare attivamente senza essere distratti da altre proposte, come giochi o cibo, che facciano loro perdere l’attenzione dall’esperienza stessa che stanno vivendo. Di fatto si trovano lì proprio per questo laboratorio, altrimenti potrebbero stare a casa e svolgere attività libere di loro scelta, per quanto riguarda l’alternativa gioco; per quanto riguarda l’alternativa cibo, l’orario è tale per cui potrebbe e dovrebbe essere stato offerto prima di entrare a fare questa attività.
  3. Nel caso in cui i bambini escano dal gruppo, è necessario che l’adulto di riferimento si dimostri fermo, credendo nella buona influenza dell’attività che lui stesso ha scelto di offrire al proprio bambino, e contenga il bambino anche fisicamente, tenendolo per mano, per esempio, e continuando a partecipare attivamente all’attività proposta, usando solo l’altra mano. Meglio ancora sarebbe se l’adulto, mettendosi chinato all’altezza del bambino e guardandolo meglio occhi, ove possibile, lo accompagnasse nello svolgimento attivo e nella ripetizione degli input suggeriti e dimostrati dalla conduttrice del gruppo in maniera pratica, aiutandolo a compiere i gesti che richiede l’attività. In questa fase di contenimento, davanti alla resistenza del bambino ad essere limitato nelle sue scelte a favore dell’accettazione dell’esperienza proposta, il genitore, o l’adulto che accompagna il bambino in oggetto, può e deve essere amorevole, per esempio abbracciandolo e stringendolo a sè, proprio per dare all’attività, che gli sta chiedendo di seguire, una connotazione piacevole, ma non deve mancare l’intento fermo e deciso dell’adulto, di far partecipare il proprio bambino a quell’attività scelta in maniera consapevole per il suo benessere psico-fisico.

I bambini talvolta esprimono il loro preponderante bisogno di attenzioni proprio infrangendo le regole del “gioco”e mettendo in atto il capriccio: proprio per questo motivo un contenimento diventa necessario e fondamentale per appagare l’esigenza del loro ego, ma anche per insegnare loro rudimentali regole del vivere sociale. E’ molto probabile che la reazione iniziale del bambino, a questo nuovo cambio di rotta, sia la frustrazione, sentendosi castrato nella sua libertà di scelta incondizionata. Tuttavia va ricordato che la frustrazione è un momento ricorrente della vita di un essere umano, e i bambini devono imparare a gestirla fin dai primi anni di vita, proprio grazie allo spazio emotivo limitato che l’adulto di riferimento può offrire loro. Contenimento nel quale i bambini, oltre a sentirsi castrati, si sentiranno anche al sicuro, guidati e protetti!

A volte un NO acquista più valore di un abbraccio e di un “ti voglio bene”, perché il contenimento, di per sé, è grande dimostrazione di affetto e cura, e i bambini lo percepiscono come tale!