Carissime mamme, oggi vorrei poter essere di aiuto e sostegno a tutte quelle mamme, prima ancora donne, che si lamentano dei propri mariti e compagni, che dimenticandosi il rispetto tra pari, sono latitanti nelle questioni legate alle faccende di casa e all’accudimento quotidiano dei loro figli.

Faccio parte di numerosi gruppi dedicati alle mamme di varie regioni d’Italia, che considero, personalmente, spazi molto utili alla condivisione di gioie, ma anche di “dolori”, in cui vedo le donne protagoniste di una catena atta ad aiutarsi, non solo a livello pratico ma anche, e soprattutto, morale. I “problemi” e le perplessità, in merito alla gestione pratica di alcuni aspetti riguardanti i bambini, sono ricorrenti ma, in questi gruppi, non si parla solo di bambini, bensì anche di relazioni tra quegli adulti che orbitano attorno al piccolo mondo dei bambini stessi.

L’UOMO ALL’INTERNO DEL NUCLEO FAMILIARE

Una delle lamentele più frequenti, appunto, è sicuramente quella nei confronti di mariti o compagni, nonché conviventi ed in ultimo, ma dato più rilevante, padri dei “vostri” bambini, che in casa non aiutano, voi mamme, nella gestione quotidiane delle faccende legate alla pulizia, al riordino e all’organizzazione degli ambienti; all’organizzazione spazio-temporale dei vari momenti della giornata: la colazione, il pranzo e la cena; alla gestione dei bambini: le loro attività, i loro bisogni e il loro tempo. Le motivazioni addotte dagli uomini in questione, per giustificare questo tipo di atteggiamento, nella maggior parte dei casi, si assomigliano: l’esigenza di doversi riposare dopo aver lavorato un’intera giornata; l’incapacità, proprio in qualità di uomo, di svolgere alcuni tipi di compiti; l’inadeguatezza provata nel rivestire il ruolo di “massaio o mammo” per via di un’educazione culturale, talvolta inconsapevole, ma di fatto tendente al maschilismo.

Detto questo, mi sento in dovere di sottolineare che non tutti gli “uomini-padre” sono uguali e che non solo per sentito dire ma anche per esperienza diretta, conosco padri, il mio per esempio, che si prodigano, tra l’altro in maniera spontanea e con risultati eccellenti, a braccio destro delle donne e mamme di casa, sollevandole da molte fatiche fisiche e psichiche; ciò che ne consegue è un clima più rilassato e sinergico all’interno delle mura domestiche.

Dall’altra parte, mi sento di dover analizzare la situazione dei mariti e padri latitanti dal punto di vista educativo. Certo ci si potrebbe aspettare che un uomo maturo, d’innanzi a qualsiasi esigenza da soddisfare che può percepire semplicemente con i propri 5 sensi, si comporti di conseguenza nella maniera adeguata. Purtroppo però la realtà, nella maggior parte dei casi, è ben lontana da questa utopistica previsione, infatti ogni essere umano è influenzato dall’educazione ricevuta nella sua infanzia, che lo condiziona e lo anima nelle proprie scelte e nei propri gesti.

Quindi quest’articolo, è un appello accorato alle mamme di bambini di sesso maschile innanzitutto, perché possano insegnare loro fin da piccoli l‘importanza del rispetto reciproco dei sessi nell’ottica di crescerli senza stereotipi di genere e pregiudizi.

CONSIGLI PER TRASMETTERE IL VALORE DEL RISPETTO

In virtù di questo idilliaco obbiettivo da perseguire, il rispetto dell’altro in generale e nello specifico, della figura femminile, il mio consiglio è quello di insegnare ai bambini, fin da piccoli, che non devono esserci, tra maschio e femmina, distinzioni di ruoli nelle routines quotidiane, che interessano la gestione di tempi e spazi all’interno di un nucleo familiare.

Iniziate quindi, care mamme, a responsabilizzare i vostri figli nei confronti delle faccende di case, commisurando, ovviamente, il tipo di compito che designerete loro, alla loro età e alle competenze da loro acquisite. Così facendo i maschietti cresceranno e interiorizzeranno, al pari delle femmine, una serie di doveri che vivranno però come opportunità e che permetteranno loro di calpestare un territorio neutro e comune, sul quale camminare in futuro. Inoltre li renderete autonomi, fattore che accrescerà  anche la loro autostima.

bambini che lavano i piatti

Lasciate che i vostri bambini siano liberi di giocare a quei giochi che vengono definiti “da femmine”, come le bambole o la cucina, per esempio,argomento che ho approfondito nell’articolo MASCHI CHE GIOCANO CON LE BAMBOLE ,evitando che sentano la necessità di identificarsi nei canoni tipici dell’appartenenza ad un genere.

Incoraggiate i vostri bambini ad intrecciare rapporti di amicizia con le bambine, fin da piccoli, perché possano assaporare e apprezzare le differenze di genere nel gestire alcuni giochi piuttosto che altri, conoscendone le differenti caratteristiche e sentendocisi a proprio agio, grazie all’opportunità di poterle vivere anche emotivamente.

amicizia tra maschio e femmina

Insegnate ai vostri bambini, di sesso maschile, che hanno lo stesso diritto delle bambine, il sesso femminile, ad esprimere le proprie emozioni, sfatando il mito che vede i maschi dover rimanere impassibili d’innanzi alle situazioni e forti, solo se sapranno reprimere e soffocare le proprie emozioni. E’ invece fondamentale che anche loro imparino a riconoscerle, ad elaborarle e a sfogarle con comportamenti socialmente accettabili.

Rimane ovvio e imprescindibile che il primo e corretto esempio dovrebbe essere fornito dalla famiglia stessa, nella quale il bambino vive e da cui riceve il primo imprinting. E’ necessario quindi che il rapporto tra voi, genitori, si basi sul rispetto reciproco e sulla collaborazione.

Solo dando ai bambini tutte queste occasioni, di interpretare la vita e il suo svolgersi quotidiano, formerete degli uomini che un domani sapranno essere anche dei compagni nelle svariate relazioni che intraprenderanno, siano esse di amicizia, amore o semplice convivialità.

Sono consapevole di aver scritto questo articolo avvalendomi, come incipit, delle vostre lamentele in merito all’assenza di collaborazione che spontaneamente, e non troppo ingiustificatamente, identificate come una sorta di mancanza di rispetto. Mi auguro quindi che la caparbietà di chi di voi, prenderà atto dei miei consigli e li metterà in pratica, possa fungere da input nelle menti dei vostri compagni, mariti, conviventi, padri dei vostri bambini, per cambiare prospettiva in merito al ruolo che ricoprono all’interno del nucleo familiare e che li sproni ad essere più presenti, cooperativi e complici nei vostri confronti.

Le parole d’ordine rimangono, come sempre, pazienza e costanza, due fattori che a lungo andare, ma sempre, premiano in ogni campo!