D: Salve! Il mio bambino di 1 anno e mezzo spesso ha delle fissazioni circa certe abitudini come l’uscita da casa, mettere il pigiama, mangiare piuttosto che fare altro: pretende che questi gesti vadano effettuati sempre con precisi rituali e qualora questi rituali vengano modificati, scoppia in un pianto disperato…cosa posso fare?
R: Cara mamma, innanzi tutto vorrei rassicurarti dicendoti che è tipico dei bambini piccoli attaccarsi con le unghie e con i denti alle abitudini.
PERCHE’ I BAMBINI AMANO LE ABITUDINI
A maggior ragione quelle abitudini scandite quotidianamente, perché trasmettono loro un senso di tranquillità e sicurezza nei confronti di ciò che gli accade intorno, potendolo padroneggiare, proprio perché ci sono abituati. Oltre a questo, ripetere in maniera abitudinaria e metodica certe azioni, aiuta il bambino a regolare ed ordinare la propria giornata: i gesti che si ripetono sempre uguali nel tempo diventano quindi familiari agli occhi del bambino che li riconosce e li attende di giorno in giorno. Tra l’altro le “solite” abitudini lo aiutano a comprendere le azioni quotidiane, sviluppando anche il suo apprendimento. Oltre a questo, bisogna considerare che ogni bambino è diverso dagli altri, con il suo bagaglio di tratti caratteriali e comportamentali che sarà possibile che modifichi negli anni, ma che certo non cambieranno radicalmente: proprio in virtù di questo aspetto ad alcuni potrebbero entusiasmare i cambiamenti, per altri invece potrebbero essere una fonte di stress, proprio come capita a noi adulti. Ciò che rimane indiscutibile è che aggrapparsi a queste abitudini, per quanto possa sembrare un controsenso, crea in lui delle sicurezze su cui fonda quel senso di stabilità che è il necessario trampolino di lancio verso le nuove esperienze che il mondo ha da offrirgl,i ed è come se fosse pronto a qualunque viaggio sapendo che tornerà sempre nella sua casa.
COME PROVARE A VARIARE LE ABITUDINI
Detto questo, per quanto mi senta di consigliarti di assecondare e mantenere le sue abitudini, cara mamma, mi rendo conto, che fosse solo per questioni pratiche, a volte certe abitudini possono risultare “d’impiccio”, termine per cui chiedo venia e ti chiedo di passarmelo. Quindi puoi provare a fargli cambiare qualcuna di queste abitudini o stimolarlo a nuove e diverse esperienze, sempre avendo alcuni accorgimenti, però, che favoriscano il cambiamento in un clima di serenità e sempre nel rispetto delle peculiarità del tuo bambino.
Innanzi tutto cerca di fare cambiamenti graduali evitando che le novità, da sottoporre a tuo figlio, siano numerose o troppo frequenti; dovrai, inoltre, preparare il terreno discorrendo con lui, sempre con un bel sorriso a 32 denti, che gli infonda sicurezza, spiegandogli, con frasi brevi e parole chiare, adatte alla sua età, cosa cambierà in quel dato giorno, nonché in un dato momento, rispetto alle sue solite abitudine, e le motivazioni per le quali è necessario questo cambiamento.
Volendo, per rendergli più comprensibile la situazione in cui verrà catapultato, e le abitudini a cui dovrà rinunciare, seppure per poco o solo per una volta, potresti avvalerti del “potere” del gioco simbolico, utilizzando dei pupazzi che, tramite la tua animazione, rappresentino a tuo figlio, ciò che gli accadrà di diverso dal solito.
Ultimo, ma non meno importante accorgimento, che potresti assumere e che potrebbe favorire l’accettazione della rinuncia ad un abitudine consolidata, è quello di cercare delle letture, fiabe o storie, che promuovano gli innumerevoli lati positivi dei cambiamenti a favore delle novità, spiegate utilizzando un linguaggio, così come la rappresentazione grafica e la storia stessa, adatti alle diverse fasce di età dei bambini a cui si rivolgono.
Valutando le sue reazioni ti renderai conto se è il caso di persistere, nel tuo intento, o di gettare la spugna: infatti se tuo figlio, nonostante i tuoi sforzi, non dovesse mostrarsi propenso, sarebbe il caso di desistere…forse non è ancora pronto.
Quindi, carissima mamma, “buon viaggio, che sia un’ andata o un ritorno, che sia una vita o solo un giorno, che sia per sempre o un secondo…”