D: Ciao Melissa, sono Beatrice, mamma di una bambina che compirà 2 anni a marzo, e che fino all’altro giorno era davvero adorabile… Da ormai 15 giorni, invece, non fa altro che dirmi di “NO!” qualsiasi cosa dica, per quanto sto cercando di ignorarla, la verità è che inizia ad innervosirmi; come devo comportarmi nei suoi confronti?

R: Cara Beatrice, sei in buona compagnia, tutti i genitori si ritrovano, presto o tardi, ad affrontare i “no” dei loro figli!

“NO”: SOLO UNA FASE

La prima cosa che voglio che tu sappia, e che, mi auguro, ti rassicuri, è che questa fase, quella dei “no”, è destinata a passare. Solitamente si presenta intorno al secondo anno di età, tua figlia è stata solo un po’ precoce, ed è destinata a protrarsi per qualche mese, al massimo un anno (questa è la regola, poi ricordiamoci che esistono anche le eccezioni, ma speriamo non sia il caso di tua figlia). E’ una fase di importanza fondamentale nella crescita di ogni bambino, che comincia a prendere coscienza di sé e della sua individualità come soggetto “staccato” dalla figura materna, con la quale nella maggior parte dei casi, ha vissuto in simbiosi fino a quel momento.

E’ il modo con il quale un bambino esprime un bisogno: quello della propria indipendenza. Dicendo dei “no”, che a volte celano dei si, i bambini ricercano una loro personalità che sia indipendente dal volere dei propri genitori.Questo però implica, in maniera latente, la paura dell’ignoto, non conoscendo la strada che vorrebbero percorre, e le conseguenze dei loro “no”, ed è per questo motivo che spesso sono nervosi e si sfogano facendo capricci inspiegabili e sottoponendo l’adulto a sfide estenuanti. Se questo è anche il tuo caso, ti potrebbe interessare CAPRICCI E SCENATE TRAGICHE!

“NO”: COME AFFRONTARLI

Ma non ti abbattere, cara Beatrice, questa fase dei “no”, come ti dicevo, è destinata a smorzarsi da sé e nel frattempo, tu puoi assumere un atteggiamento tale per cui, la ricerca di indipendenza di tua figlia, non si trasformi in una “guerra” quotidiana. Innanzi tutto, brava: la scelta di ignorare i suoi continui dinieghi è stata fino ad ora la scelta migliore che potevi fare: in fondo le regole da seguire le devi fare e far rispettare tu che sei l’adulto. A proposito di questo vorrei dirti che, sopratutto in questo momento, le regole che tua figlia non deve assolutamente trasgredire, devono essere poche, ma buone, quindi decidi delle priorità importanti per le vostre dinamiche familiari e comunicale, serenamente, a tua figlia. Troppe regole, in questo delicato momento, confonderebbero la tua bambina che tra l’altro ha bisogno di un po’ di spazio, sempre sovrainteso da te genitore, per affermare se stessa.

Proprio per questa ragione, ti consiglio di non arrabbiarti e non arrivare allo scontro: infatti capita spesso che i “no” dei bambini vengano detti proprio per non accontentare le richieste del genitore, sempre per il bisogno di affermarsi come individuo indipendente; ma le stesse richieste, poste in altro modo, o proposte con diverse alternative, vengono accettate. Così facendo, non solo otterrai che tua figlia faccia ciò che le avevi chiesto, ma le lascerai credere di avere ottenuto la sua autonomia, e questo aspetto sarà molto positivo perché appagherà entrambe.

Inoltre, cara Beatrice, potrebbe capitare che a volte sia tu a dovere dire “no”, per qualche ragione, alle richieste di tua figlia; lei potrebbe reagire sfogando la sua frustrazione in un pianto: in questo caso il mio consiglio è di spiazzarla, con un gesto amorevole, quale può essere un lungo abbraccio, delle carezze sui capelli o delle “pacchette” delicate tra le scapole, verbalizzando, nel contempo, l’accaduto e sottolineando che comprendi la sua tristezza perché, anche tu,  provi quella stessa sensazione quando ricevi dei “no” da lei. Questo atteggiamento contribuirà alla presa di coscienza di sé, che caratterizza la fase che sta attraversando la tua piccola donnina. Quindi tanta pazienza, amorevolezza, comprensione e contrattazione devono essere le parole d’ordine per superare, brillantemente e senza conflitti, la fase dei “no”.

Vi faccio i miei migliori auguri, dada Melissa