D: Ciao dada Melissa, sono una mamma molto preoccupata perché la mia bambina, che ha quasi 3 anni, da qualche tempo ha cominciato a dare morsi ai suoi compagni d’ asilo. Quando la vedono, si allontanano da lei, come impauriti, e sicuramente lo sono. Come se non bastasse, io mi sento lo sguardo delle alle altre mamme addosso, come se fosse colpa mia se mia figlia morde i loro figli. Sono sconfortata e non so come devo comportarmi…

R: Cara mamma preoccupata, dare i morsi è una forma di linguaggio non verbale. Con questo, non sto dicendo che sia una bella cosa o che dovresti lasciare fare tua figlia, voglio solo rassicurarti, dicendoti che è tipico, nella fascia di età in cui si trova la tua bambina, dare morsi per esprimere una vasta gamma di sensazioni,siano esse positive o negative, dovendo ancora imparare ad esprimersi con le parole.

MORSI: ESPRIMONO DELLE EMOZIONI

Infatti dietro a questo gesto possono nascondersi infiniti significati tra i 2 e i 3 anni: tua figlia può avere dato morsi semplicemente perché aveva fame; oppure perché era curiosa, veicolando ancora la sua conoscenza attraverso l’oralità; o perché quel bambino l’ ha messa in condizione di provare frustrazione, che lei ha scelto, in maniera inconscia e ancora compulsiva,  di sfogare dando dei morsi; così come potrebbe accadere in una situazione di ansia, che provoca alla bambina un forte stress o in una situazione di “paura”, per cui la bambina si spaventa e usa questa “arma” per difendersi; potrebbe essere, inoltre, un modo per dimostrare il suo affetto, o per richiedere attenzioni all’adulto di riferimento. Al contrario, un’altra motivazione per la quale tua figlia da’ i morsi ai suo compagni di asilo, potrebbe essere che è infelice o solo che si sta annoiando.

Come vedi le motivazioni tra le quali indagare la causa che ha scatenato l’impulso di tua figlia a dare dei morsi ai suoi coetanei, potrebbero essere diverse. Se questi episodi sono stati sporadici (intendo nella media di 1 o 2 volte nel mese), non c’è di che preoccuparsai, tanto più che, capitando all’asilo nido, le educatrici  provvedono, con metodi adeguati, a spiegare alla tua bimba che non è un gesto socialmente accettabile. Tra l’altro questo atteggiamento è destinato a scomparire con l’evolversi delle capacità di esprimersi verbalmente. Se invece gli episodi aumentano e si protraggono nel tempo, sarà il caso, cara mamma, che ti confronti con le educatrici di tua figlia, per trovare una strategia comune che aiuti la bambina a cambiare atteggiamento.

Infatti, continuando a dare morsi ai coetanei, rischia non solo di dare una brutta immagine di sè a loro, venendo esclusa e ostracizzata, ma anche di coltivare, lei stessa, una brutta immagine di sé. Ciò che puoi fare tu, quando le educatrici ti riferiscono suddetti episodi, non è lasciar perdere, ma dialogare con la tua bambina, spiegandole che non avrebbe dovuto dare morsi ad altri bambini, e che piuttosto, avrebbe potuto mordere un qualche oggetto, ponendo tra le due cose un confine netto. Ripetendo questa regola a tua figlia, con costanza e coerenza e in maniera decisa, ogni volta che si ripeteranno questi episodi, lei apprenderà, proprio grazie alla ripetizione di questo schema sempre uguale. Ti consiglio inoltre di parlare a tua figlia guardandola sempre negli occhi, mettendoti quindi alla sua altezza, e magari tenendole le manine tra le tue. Così facendo, il messaggio le risulterà più perentorio e autorevole .

L’ ultima cosa che mi sento di dirti, in merito allo sguardo delle altre mamme che ti senti addosso è di non curartene: la colpa di questo suo atteggiamento non è tua, a meno che a casa non usiate anche voi questa forma di linguaggio con consuetudine, e ne dubito. E’ uno step naturale di crescita proprio di ogni bambino. L’errore, in questo caso, è stato delle educatrici, che avrebbero dovuto riportare i fatti agli altri genitori, senza fare il nome del bambino che li ha compiuti, come la prassi prevederebbe.

Sii paziente e costante, come dico sempre, e vedrai che anche questa fase passerà senza lasciare tracce. Se così non fosse, dovrai rivolgerti ad una figura professionale che possa esservi di supporto, come uno psicologo infantile, ma non arrenderti prima ancora di averci provato.