D: Mi chiamo Clarissa, devo portare Tommaso, il mio bambino, all’asilo nido, ma non vorrei proprio! Da un lato perché vorrei tenerlo sempre con me, infatti penso che la separazione sarà più dolorosa per me che per lui; dall’altro perché so che soffrirà, che non avrà punti di riferimento, che non lo faranno mangiare e giocare come facciamo in casa…so che tutto ciò è funzionale alla crescita…ma non sarà troppo presto adesso che ha 6 mesi? Forse meglio a 9?
Vorrei un sostegno per superare le mie ansie!
R: Cara Clarissa, mi rendo conto che nella maggior parte dei casi, forse anche nel tuo, la decisione di iscrivere i bambini all’asilo nido è dettata dall’esigenza di dover tornare al lavoro, e quindi di non disporre più del tempo necessario, nell’arco dell’intera giornata, da dedicare al proprio figlio.
E’ innegabile che l’inserimento al nido, e a maggior ragione il distacco tra madre e figlio, sia un momento molto delicato, dato che questi primi mesi trascorsi insieme, tu ed Tommaso, li avete vissuti in simbiosi; ma proprio per questa ragione, il primo suggerimento che mi sento di darti è quello di rivedere la tua idea del nido. E’ necessario che tu creda nella scelta che stai per compiere e sopratutto nell’istituzione a cui vuoi affidare tuo figlio: l’asilo nido, e con esso le educatrici, il cui ruolo è parte integrante nonché fondamentale, della struttura. Tra l’altro, poi, saranno proprio queste figure professionali a diventare i punti di riferimento per Tommaso, nell’arco di tempo che trascorrerà al nido. Probabilmente la modalità che verrà adottata per far mangiare o giocare tuo figlio sarà differente da quella che hai adottato tu fino ad oggi, ma questo non significa che lui ne soffrirà o non apprezzerà questa nuova esperienza.
Qualunque sia l’età in cui sceglierai di avvalerti dell‘opportunità dell’asilo nido, questo cambiamento andrà affrontato con serenità e gradualità, infatti l’inserimento è scandito da fasi che si alternano tra loro e che ogni struttura articola nella maniera adeguata a garantire un distacco “soft” per entrambi le parti coinvolte, quindi tu e il tuo bambino; talvolta anche con l’ ausilio di un oggetto transizionale e di altre tecniche studiate e consolidate che rendano questo momento meno traumatico possibile, soprattutto per la mamma!
Fatta questa dovuta premessa, vorrei rasserenarti dicendoti che la crescita dei bambini è caratterizzata da fasi, infatti esistono delle “finestre” di opportunità per il corpo e per la psiche del bambino, che vanno sicuramente rispettate e nel contempo “sfruttate” per inserire nella sua vita delle novità. Nei primi mesi di vita, indicativamente fino al sesto mese, il bambino necessita del contatto fisico con la mamma, di cui riconosce l’odore e la voce, per cui non sarebbe indicato separarsi dalla sua figura, per essere inserito all’interno di una comunità, talvolta caotica, come quella dell’asilo nido. Un’esperienza di questo tipo potrebbe creare delle sensazioni negative nel piccolo, come lo smarrimento, e sicuramente ne soffrirebbe, per quanto le cure non gli mancherebbero sicuramente.
Tra i 6 mesi e gli 8/9 mesi, i bambini ancora non distinguono i volti familiari da quelli estranei ed è per questo motivo che potresti pensare di avvalerti di questa “finestra” per affidare il tuo piccolo nelle mani esperte delle educatrici del nido, che non avranno certo il tuo odore e la tua voce, ma sapranno garantire, a Tommaso, le stesse cure che è abituato a ricevere tra le mura domestiche, facendolo sentire al sicuro.
Dopo i 9 mesi Tommaso capirà, in maniera più consapevole, di essere individuo separato dalla madre, di non essere un tutt’uno, ed inoltre comincerà a riconoscere i volti delle persone che lo circondano, distinguendo quelli familiari da quelli estranei, dunque vivrà con un po’ di timore il distacco ed è proprio per questo motivo che l’esperienza della scuola va sostenuta da un certo tipo di inserimento, che aiuti entrambi a separarsi, momentaneamente, l’uno dall’altro.
Insomma, cara mamma, l’esperienza dell’asilo nido deve essere percepita, a mio parere, come una grande opportunità di arricchimento per entrambi. Tirando le somme e forte della mia esperienza personale come educatrice, mi sento di sostenere che sia prima degli 8 mesi, sia verso i 10 mesi, avviene tutto in maniera più semplice e naturale e la psiche del bambino è più disposta, per cui spetta a te la scelta!
Una cosa che mi raccomando è di non anticipare troppo, prima dei 6 mesi, e non ritardare troppo, dopo l’anno, l’ingresso a scuola, perché Tommaso ricadrebbe di nuovo in meccanismi di paura e difesa, che comunque sarebbero opportunamente gestiti da famiglia e maestre.
Auguri Clarissa per questa nuova avventura che sono certa tu e Tommaso apprezzerete a pieno!!