D: Sono mamma Greta e ho due bambini, una femminuccia Ginevra di 2 anni e un maschietto Michael di 5; dopo una giornata di lavoro mi trovo costretta a cedere ai loro capricci per non subire lunghi momenti di strilla e pianti; ma mi rendo conto che accontentarli sempre non è una buona cosa. Come posso correggere questo mio comportamento, dettato soprattutto dalla stanchezza?
R: Cara Greta, capisco perfettamente il disagio che provi in questi momenti, ma fare il genitore è di fatto un lavoro, quindi bisogna metterci impegno e concentrazione. Non devi sempre accontentare i tuoi figli!
Per loro il rimprovero o la negazione è un’importante gesto di attenzione e qui ti sorprenderò: è il più grande gesto di affetto che tu puoi e devi fare nei loro confronti!
E’ necessario che tu valuti bene le richieste e, nel caso di capricci ( che per i bambini diventa anche una forma di ricatto ), dovrai scegliere una tecnica che nel momento stesso li calmi: ad esempio puoi proporgli di sedersi a pensare ed eventualmente a continuare col pianto, perché non solo è un loro diritto piangere, ma anche una valvola di sfogo, in un posto che sia sempre lo stesso: così facendo assoceranno il capriccio ad un momento di stop dai giochi e anche di distacco dalla realtà circostante, cose che non daranno al bambino né piacere né soddisfazione ed è proprio grazie a questo che, a lungo andare, non ripeteranno più lo stesso gesto, consci delle conseguenze associate. Quando si sarà calmato sarebbe giusto premiare questo suo atto di autoconsolazione con una coccola verbale e fisica, per rinforzare la sua capacità di calmarsi e di capire che il capriccio non vi indebolisce.
Quindi al tuo rientro dal lavoro, davanti alla porta di casa, cara Greta, fai un bel respiro…si ricomincia a lavorare!! Ginevra e Michael sono impegnativi sicuramente, ma con la stessa sicurezza ti dico che i tuoi sforzi saranno ripagati nel tempo, da tante soddisfazioni che sono certa loro sapranno regalarti!