D: Mia figlia Gaia di poco più di un anno gioca sempre con me e naturalmente se la lascio da sola piange; ho sempre pensato che una mamma debba essere attenta e presente, debba dedicarsi al figlio completamente, ma mi sorge il dubbio che forse la bimba dovrebbe imparare anche a giocare da sola, sopratutto per non soffrire quando dobbiamo staccarci l’una dall’altra; ma non so decidermi su quale sia la cosa giusta o sbagliata..

R: Cara dedita mamma di Gaia, il tuo ruolo di genitore è sicuramente quello di prenderti cura di tua figlia e di insegnarle a vivere, ma spesso non è facile capire che la cosa più importante che puoi insegnare a Gaia, è l’autonomia: tua figlia è una persone a sé e come tale il tuo ruolo è quello di renderla autonoma e accompagnarla in questo percorso. Per cui è bene e, non solo, è necessario che Gaia giochi da sola e sperimenti se stessa e le sue capacità, senza un adulto che risolva i suoi problemi o veicoli i suoi stimoli continuamente: spesso per tenerezza o per abitudine si tende ad aiutare i propri figli a superare alcune difficoltà, come recuperare un gioco che è rotolato lontano, o aprirne un altro e così via… invece il bambino ha il diritto di trovare degli escamotages per raggiungere il gioco che si è allontanato, o ha diritto ad impegnarsi molto tempo per aprire una scatolina…rifletti: questo è il gioco come metafora della vita, questo è il modo per imparare a vivere durante la prima infanzia! Una mamma accorta e presente come te, può dedicarsi al proprio figlio mettendosi in un angolo ad osservarlo, scoprire che scelte fa, come si organizza, come risolve il suo problema, che espressioni buffe può fare di fronte alle difficoltà o alle scoperte, osservarlo cioè mentre diventa grande!

E’ uno spettacolo che io personalmente non mi stanco mai di guardare, e sono certa che lo stesso capiterà anche te!